Le malattie cardiache rappresentano una delle principali cause di invalidità riconosciuta dal sistema sanitario e previdenziale italiano. Se soffri di problemi cardiaci, il riconoscimento di una percentuale di invalidità dipende dal tipo di cardiopatia e dalla gravità del quadro clinico. La Commissione per l’accertamento dell’invalidità civile valuta ogni caso sulla base delle tabelle ministeriali e delle condizioni di salute, prendendo in considerazione sia la diagnosi sia l’impatto della malattia sulla tua capacità lavorativa e di vita quotidiana.
Percentuali di invalidità per malattie cardiache
La legge italiana stabilisce precise percentuali di invalidità in funzione della patologia cardiaca diagnosticata e del livello di compromissione funzionale:
- Arteriopatie ostruttive croniche: la percentuale può variare dal 5% al 100%, a seconda della severità dell’ostruzione e delle sue conseguenze sull’organismo. Questo gruppo include malattie come arteriosclerosi e aterosclerosi che comportano irrigidimento delle arterie per accumulo di calcio o colesterolo.
- Cardiopatia ipertensiva: se l’impegno cardiaco è medio, la percentuale riconosciuta oscilla tra il 31% e il 50%. Nei casi di impegno medio-severo si va dal 51% al 70%. Quando la patologia raggiunge un grado severo, la percentuale riconosciuta varia tra il 71% e l’80%; se scompensata, può arrivare dall’81% al 100%.
- Aritmie gravi e gravissime: la legge riconosce una percentuale di invalidità che può arrivare fino al 100% nei casi in cui le aritmie rappresentino una minaccia per la vita e incidano gravemente sulla capacità lavorativa.
- Miocardiopatie e valvulopatie associate a gravissima insufficienza cardiaca: anche in queste situazioni la percentuale può oscillare tra il 71% e il 100%
- Condizioni post-infarto, difetti interventricolari/interatriali, trapianto cardiaco (con complicanze gravi): vengono valutate dalla Commissione e possono essere considerate altamente invalidanti, con percentuali molto elevate.
Quali soglie danno diritto ai benefici?
Non tutte le percentuali di invalidità riconosciute danno accesso agli stessi benefici previsti dalla legge. È importante conoscere le soglie principali e i relativi diritti:
- Sotto il 33%: nessun diritto specifico a benefici.
- Dal 33% al 73%: diritto ad assistenza sanitaria aggiuntiva e agevolazioni fiscali.
- Dal 46%: iscrizione alle liste speciali dei Centri per l’Impiego per assunzione agevolata attraverso il collocamento mirato dei disabili (Legge 68/1999).
- Dal 66%: diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario su prestazioni specialistiche, diagnostiche e farmaceutiche.
- Dal 74% al 100%: accesso alle prestazioni economiche (pensione di invalidità, assegni per l’assistenza, indennità di accompagnamento, ove ricorrano condizioni di non autosufficienza o gravissima disabilità).
Prestazioni economiche e assistenziali
Chi ottiene una percentuale di invalidità tra il 74% e il 100% ha diritto a prestazioni economiche, in aggiunta alle agevolazioni sanitarie e fiscali. Nello specifico, l’INPS prevede l’erogazione delle seguenti forme di tutela economica:
- Pensione di invalidità civile: è riconosciuta alle persone con un’invalidità superiore al 74%, a patto che rispettino i limiti di reddito annuo previsti dalla normativa.
- Indennità di accompagnamento: erogata se la persona invalida al 100% ha una grave compromissione dell’autonomia e non è in grado di compiere gli atti quotidiani senza assistenza continua. In caso di non autosufficienza, l’indennità è cumulabile con la pensione di invalidità nelle situazioni più gravi.
- Assegni sanitari e assistenziali: correlati alla percentuale di invalidità e al bisogno di cure o riabilitazione continuativa.
- Agevolazioni sul lavoro: chi supera il 45% può accedere al collocamento mirato, ricevere tutele particolari per il diritto al lavoro, adattamenti della postazione, e in alcuni casi, priorità per trasferimenti aziendali.
- Esenzione ticket: dal 66% di invalidità si acquisisce il diritto a essere esentati dal pagamento dei ticket sulle prestazioni sanitarie.
Procedura per il riconoscimento dell’invalidità
La procedura per ottenere il riconoscimento dell’invalidità parte con la domanda telematica all’INPS, generalmente tramite il proprio medico curante che invia il certificato introduttivo dove descrive la patologia (cardiopatia) e le conseguenze funzionali. Segue una visita davanti alla Commissione Medica Integrata presso la ASL, che valuta:
- Documentazione medica (referti, esami specialistici, certificati ospedalieri)
- Quadro clinico dettagliato
- Esiti di eventuali ricoveri o interventi chirurgici cardiaci
L’esito della valutazione può essere:
- Attribuzione di una percentuale di invalidità
- Concessione delle prestazioni e benefici correlati
- Richiesta di ulteriori accertamenti se il caso presenta elementi di incertezza
Il riconoscimento ha una validità temporanea (di norma annuale o biennale) o permanente, in base all’evoluzione prevedibile della patologia.
I principali vantaggi riconosciuti
Al raggiungimento delle soglie sopra elencate, il cittadino beneficia di diversi diritti e agevolazioni:
- Pensione di invalidità (74%-100%), variabile in base alla percentuale riconosciuta e al reddito
- Indennità di accompagnamento (nei casi più gravi)
- Esenzione ticket sanitario (dal 66%)
- Agevolazioni fiscali per l’acquisto di ausili, veicoli, spese sanitarie
- Collocamento mirato e tutele lavorative (dal 46%)
- Priorità per interventi di edilizia residenziale pubblica, adattamento dell’ambiente domestico e accesso a servizi sociali
- Accesso a permessi e congedi (Legge 104/1992), riservati ai lavoratori o loro familiari in presenza di handicap grave accertato
Va specificato che alcune malattie cardiache meno gravi, che comportano una ridotta capacità lavorativa ma non tale da superare il 74%, danno comunque diritto a assistenza sanitaria potenziata e agevolazioni fiscali. Tuttavia, per ottenere i contributi economici o l’indennità di accompagnamento è indispensabile che la commissione accerti una invalidità almeno pari al 74% o che riconosca lo stato di non autosufficienza.
Se sospetti di avere una malattia dell’apparato cardiocircolatorio o ti è stata diagnosticata, è fondamentale sottoporsi periodicamente ai controlli medici per aggiornare la documentazione e tutelare tempestivamente i propri diritti in caso di peggioramento del quadro clinico.