Chi gestisce i gratta e vinci? Ecco chi è davvero dietro uno dei giochi più diffusi

I Gratta e Vinci, tra i giochi d’azzardo più diffusi in Italia, sono il risultato di una complessa filiera che coinvolge sia lo Stato sia operatori privati. Il loro funzionamento, la gestione e la distribuzione rappresentano uno degli esempi più consolidati di monopolio statale regolamentato e affidato in concessione a grandi società, in un contesto che intreccia interessi pubblici e privati.

L’architettura istituzionale: chi regola e chi supervisiona

La regolamentazione e supervisione generale dei Gratta e Vinci è affidata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), organismo pubblico sotto il controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’ADM autorizza, disciplina e monitora il settore del gioco pubblico, intervenendo su tutti gli aspetti fondamentali: dalla definizione delle regole fino al controllo dei flussi finanziari e al rispetto delle normative vigenti, con l’obiettivo di garantire la trasparenza, la tutela del consumatore e la prevenzione delle attività illecite.

Un ulteriore organo è il Comitato Tecnico, composto da esperti e funzionari che collaborano con ADM per valutare e proporre i premi, assicurando che la struttura delle vincite rispetti gli standard di tiratura, frequenza e importo impostati dalla normativa.

Dalla regolamentazione alla gestione: il ruolo delle concessionarie

Nonostante sia lo Stato a detenere il monopolio legale sui giochi a premi, la gestione operativa dei Gratta e Vinci è stata esternalizzata nel corso degli anni attraverso il meccanismo della concessione. Fin dagli esordi a metà degli anni Novanta, e attraverso successive gare pubbliche e ricorsi legali, la gestione effettiva è stata affidata a una società privata: Lotterie Nazionali S.r.l., un consorzio attualmente controllato da Lottomatica, leader nazionale nel settore dei giochi.

Questa scelta deriva da esigenze di efficienza logistica, gestione e distribuzione su tutto il territorio nazionale, ma ha sollevato nel tempo anche questioni di trasparenza e concorrenza, poiché il rinnovo della concessione (avvenuto anche senza gara d’appalto) è finito al centro di scontri giuridici con altri importanti gruppi del settore come Sisal e Stanleybet, che hanno contestato il sistema di assegnazione troppo chiuso e poco concorrenziale.

Come si crea e si distribuisce un Gratta e Vinci?

Il processo di produzione e distribuzione dei Gratta e Vinci rispetta uno schema rigoroso:

  • La definizione delle regole del gioco e la progettazione dei biglietti coinvolgono ADM e il Comitato Tecnico, che valutano i profili matematici e statistici, le probabilità di vincita e l’impatto potenziale sulla popolazione giocatrice.
  • La produzione dei biglietti, per motivi di sicurezza e anti-contraffazione, avviene in stabilimenti altamente controllati. Storicamente la Zecca di Stato si occupava della stampa, oggi invece questa fase viene seguita da fornitori selezionati su base europea in collaborazione con la concessionaria.
  • La distribuzione capillare è garantita da una fitta rete di rivenditori autorizzati (tabaccherie, edicole, bar), che ricevono provvigioni su ogni biglietto venduto.
  • Tutti gli incassi sono tracciati informaticamente e soggetti a verifiche periodiche.

Tutta l’operazione è sorvegliata dall’ADM per evitare ogni possibile manipolazione o irregolarità e assicurare che la filiera sia conforme alle normative più restrittive contro frodi e riciclaggio.

La ripartizione degli incassi e il ruolo dello Stato

Non tutto il denaro che i consumatori investono in Gratta e Vinci ritorna sotto forma di premi. Secondo una logica ben definita:

  • Una parte consistente viene destinata al pagamento dei premi previsti.
  • Un’altra quota, spesso la più significativa, confluisce direttamente nelle casse dello Stato, che utilizza queste risorse per il finanziamento di settori quali welfare, cultura, sanità pubblica e istruzione.
  • Il margine operativo e il profitto rimasti sono destinati alle società concessionarie, che con tali fondi coprono i costi di produzione, stampa, informatizzazione, logistica e distribuzione, ricavando anche i profitti d’impresa.
  • Rimane infine una quota marginale riservata ai punti vendita autorizzati, che percepiscono una percentuale come commissione.

Questo sistema è pensato per equilibrare la tutela degli interessi pubblici (attraverso il gettito fiscale destinato a servizi essenziali e al contrasto delle dipendenze) con la remunerazione delle aziende che garantiscono l’operatività e la sicurezza dell’intero processo.

Dibattiti, critiche e prospettive future

La filiera dei Gratta e Vinci viene spesso scrutinata per le questioni relative a concorrenza, trasparenza del sistema delle concessioni e impatto sociale. Da un lato, lo Stato assicura un gettito considerevole utile a finanziare servizi pubblici, dall’altro la gestione accentrata in mano pochi operatori privati pone interrogativi su pluralismo e dinamismo di mercato.

La presenza quasi esclusiva di Lottomatica attraverso Lotterie Nazionali S.r.l. come unico grande gestore induce a interrogarsi sullo spazio lasciato all’innovazione, al controllo competitivo e sulla reale capacità di ADM di bilanciare la tutela pubblica con gli interessi privati. Effetti collaterali come il rischio di ludopatia sono oggetto di campagne di sensibilizzazione e di regolamentazione sempre più stringente, con ADM in prima linea nell’introdurre misure di prevenzione e gioco responsabile.

In sintesi, l’“architetto” del Gratta e Vinci è innanzitutto lo Stato italiano tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, supportata da un comitato tecnico e dalle società concessionarie guidate principalmente da Lottomatica/Lotterie Nazionali. Questo intricato sistema fa sì che il biglietto acquistato sia il prodotto finale di un modello pubblico-privato, dove regole, controllo e profitti si intrecciano quotidianamente a favore dell’erario e di un’impresa privata sotto costante sorveglianza pubblica.

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